Ti sei mai chiesto come le aziende valutano l’impatto ambientale dei loro prodotti e processi? Nel vasto panorama della sostenibilità aziendale, una pratica emerge come fondamentale per comprendere e migliorare l’impatto ambientale dei prodotti, dei servizi e dei processi: l’analisi del ciclo di vita, dall’estrazione di materie prime fino allo smaltimento del prodotto finito dopo l’utilizzo, nota come LCA (Life Cycle Assessment). Questo strumento non solo offre una panoramica completa sugli impatti ambientali, ma agisce come una bussola per guidare le aziende verso decisioni più consapevoli e sostenibili.
La Valutazione del Ciclo di Vita è regolamentata dalle norme internazionali UNI EN ISO 14040:2006 e 14044:2018 e si compone fondamentalmente da 4 fasi: definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione (Goal and scope definition), analisi di inventario (Life Cycle Inventory), valutazione dell’impatto (Life Cycle Impact Assessment) e interpretazione (Interpretation). Tra gli strumenti per la sua applicazione, invece, troviamo le norme ISO 14047:2012 e ISO 14049:2012.
Di seguito, analizziamo nel dettaglio che cosa si intende per LCA, scopriremo il suo potenziale strategico e comprenderemo il suo ruolo cruciale nella definizione di una roadmap verso la sostenibilità.
Che cosa si intende per LCA?
Che cosa si intende per LCA? Chi fa LCA? La valutazione del Life Cycle Assessment esamina l’impatto sull’ambiente di un prodotto, un servizio o un processo dall’inizio alla fine: dalla produzione, fino allo smaltimento. La metodologia alla base ha come obiettivo l’identificazione e, soprattutto, la quantificazione dei carichi ambientali associati a ciascuna fase.
Qual è l’impronta ambientale dell’estrazione delle materie prime, della produzione, della distribuzione, dell’uso e dello smaltimento finale? Le aziende che effettuano – con il supporto di consulenti ed enti terzi – questo tipo di valutazione lo fanno per avere una maggiore consapevolezza del propria Carbon Footprint e per andare ad identificare le possibili aree di intervento per il miglioramento.
Invece, per quanto riguarda i curatori veri e propri dell’assessment, si fa riferimento a diverse figure professionali specializzate: esperti in ambiente e sostenibilità, ingegneri, ricercatori e consulenti ambientali. Tutte le figure professionali coinvolte si baseranno sullo standard definito dalle normative ISO 14040 e ISO 14044, quelle che forniscono linee guida su come condurre e interpretare una valutazione del ciclo di vita in modo accurato e comparabile.
Nello specifico, per definire l’obiettivo ed il campo di applicazione si fa riferimento alla norma ISO 14041, mentre per valutare l’impatto ambientale potenziale alla ISO 14042, e infine per interpretare i risultati alla ISO 14043. Calcolata la propria Carbon Footprint grazie allo studio di LCA, l’azienda potrà ad esempio procedere per l’ottenimento della certificazione EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto).
Qual è il potenziale strategico della LCA per l’efficienza delle risorse?
L’efficienza delle risorse o comunque il loro efficientamento è una delle priorità per chi effettua un Life Cycle Assessment, che ci presenta il quadro completo del ciclo di vita di un prodotto o un processo. Quali strategie possiamo intraprendere per migliorare la sostenibilità complessiva e quella delle singole fasi? Una volta identificate le fasi del ciclo di vita di un prodotto o processo che richiedono maggiori quantità di risorse o che generano maggiori impatti ambientali, queste possono essere oggetto di ottimizzazione per ridurre il consumo di risorse e minimizzare gli sprechi.
Nello sviluppo di nuovi prodotti, o nella riprogettazione di quelli già esistenti, l’azienda può valutare di variare la progettazione e i materiali, sviluppandone di eco-compatibili che richiedono meno risorse e che generino minori impatti ambientali. Allo stesso modo, si potrà migliorare l’efficienza energetica – agendo sugli impianti già esistenti oppure investendo in tecnologie più sostenibili – e ridurre la propria dipendenza da fonti non rinnovabili.
I risultati del Life Cycle Assessment rappresentano anche un importante mezzo di marketing, da comunicare a tutti gli stakeholder. L’azienda potrà essere completamente trasparente nel trasmettere il suo impatto ambientale e migliorare la propria green reputation, risultando credibile anche per i consumatori più attenti alla sostenibilità.
Come si fa un Life Cycle Assessment?
La serie di norme ISO 14040 fornisce tre strumenti specifici per la sua attuazione: la Valutazione del Ciclo di Vita (LCA), la Valutazione delle Prestazioni Ambientali (EPE) e l’Environmental Labelling (Etichettatura Ambientale).
Come fare l’analisi LCA? Prima di iniziare, è importante stabilire chiaramente gli obiettivi dell’analisi e il campo di applicazione. Che cosa vogliamo ottenere da questa analisi? Quali fasi del ciclo di vita verrano prese in considerazione? Successivamente, ci sarà un fase di raccolta dati durante la quale sarà necessario raccogliere informazioni sulla quantità di materiali utilizzati, sull’energia consumata, sulle emissioni generate e sui rifiuti prodotti durante la produzione, la distribuzione, l’uso e lo smaltimento del prodotto. Con questi dati verrà poi redatto un inventario degli input e degli output.
A questo punto è possibile, analizzando i dati, valutare l’impatto ambientale complessivo del prodotto o del processo utilizzando metodi e indicatori specifici. Per fare in modo che sia quantificabile, l’impatto andrà rapportato a una serie di categorie (uso di risorse, inquinamento idrico, ecc…). Questo permetterà di identificare i punti deboli e le opportunità di miglioramento. Infine, i risultati vengono sintetizzati in report e condivisi con gli stakeholder e le parti interessate, sia interne che esterne.
Cosa tratta la valutazione dell’impatto del ciclo di vita nelle grandi aziende?
Cosa tratta la valutazione dell’impatto del ciclo di vita? Perché è importante farla, soprattutto per le grandi aziende? La strategia di sostenibilità che scaturisce dal Life Cycle Assessment, oltre agli evidenti benefici riguardo all’uso più consapevole delle risorse, fornisce degli spunti di ottimizzazione dei processi produttivi, riducendo gli sprechi e identificando i punti deboli lungo la catena del valore.
L’analisi del ciclo di vita è anche uno strumento propedeutico allo sviluppo di schemi di Etichettatura Ambientale e per l’ottenimento di una Dichiarazione Ambientale di Prodotto DAP.
Citiamo, ad esempio, tre diverse tipologie di etichette ecologiche: le eco-etichette o certificazioni green come il marchio europeo di qualità ecologica ECOLABEL; le etichette che riportano auto-dichiarazioni ambientali come la compostabilità di un prodotto o un imballaggio; e infine le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, basate su parametri calcolati attraverso l’LCA.
Conclusione
In un mondo sempre più attento all’impatto ambientale delle proprie azioni, abbiamo visto come l’analisi del ciclo di vita si rivela non solo un’esigenza, ma una vera e propria opportunità per le aziende di dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità.
Con una chiara comprensione dei processi, delle risorse impiegate e degli impatti generati lungo l’intero ciclo di vita, le organizzazioni possono non solo ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche conquistare la fiducia dei consumatori e migliorare la propria reputazione sul mercato.
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