Welfare aziendale: le potenzialità di questo strumento aziendale

welfare aziendale

Come mai alcune aziende offrono come parte della compensazione economica ai propri dipendenti voucher da spendere per viaggi, salute e tempo libero mentre altre non lo fanno? La differenza è molto semplice: le prime hanno integrato un sistema di welfare aziendale per i loro collaboratori, come strumento a sostegno delle famiglie e della comunità.

Che cos’è il welfare aziendale? Il welfare aziendale nasce come strumento per esprimere il benessere dei lavoratori e la possibilità di trovare il giusto equilibrio tra vita privata e professionale (work-life balance). L’azienda mette beni e servizi a disposizione dei dipendenti, con l’obiettivo di migliorarne la vita, usufruendo a sua volta di sgravi fiscali.

Ma come funziona il welfare aziendale? Nello specifico, che cosa deve fare l’azienda? E poi, sapevi che esiste un indice di valutazione del livello del welfare aziendale per le PMI? In questo articolo ti spieghiamo che cos’è il welfare aziendale nel dettaglio, analizzando anche il Welfare Index PMI. Al termine, sarà chiaro a tutti perché sempre più aziende scelgono di averne uno, riscontrando una maggiore soddisfazione nella gestione del personale.

Che cos’è il welfare aziendale e come funziona?

In che cosa consiste il welfare aziendale? Innanzitutto, le normative in cui si inquadra il welfare aziendale sono principalmente: il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), in particolare agli art. 51 e art. 100, le Leggi di Stabilità e Bilancio 2016, 2017 e 2018 e la circolare 28/E del 2016, la Risoluzione 55/E del 25/09 2020 dell’Agenzia delle Entrate.

Il welfare è uno strumento di retribuzione integrativo, che non crea cumulo con il reddito dei singoli: l’azienda, grazie al welfare mette a disposizione dei lavoratori benefit, sia di valore economico che in termini di benessere. Totalmente deducibile ai fini IRES/IRAP per l’azienda, il welfare contribuisce a diminuire i costi contributivi del personale, aumentando allo stesso tempo la produttività e la motivazione.

Ne esistono diverse tipologie da integrare nel piano aziendale: 

  • Welfare di Contratto, in base al CCNL di riferimento
  • Welfare di Produttività, basato su accordi di produttività bilaterali
  • Welfare Puro, legato a un regolamento aziendale unilaterale e più indicato per aziende con tipologie di lavoratori omogenee. 

A loro volta, generano diverse tipologie di benefit: rimborsi (diretti in busta paga oppure per spese sanitarie), servizi ad attivazione, voucher e versamenti integrativi a fondi previdenziali a scelta del dipendente.

Cos’è il Welfare Index PMI?

Uno strumento che ci offre una panoramica – calcolata scientificamente – dello stato del welfare nelle PMI italiane è il Welfare Index PMI. I suoi obiettivi sono principalmente tre: la valorizzazione della cultura del welfare, la diffusione delle iniziative culturali di maggior successo e il supporto alle aziende con servizi dedicati.

Stando a quanto emerge dal rapporto welfare index 2022, le importanti risorse stanziate dal Governo hanno incoraggiato le imprese verso il sostegno della famiglia e infatti negli ultimi 7 anni – da quando esiste questo rapporto – le aziende con un piano welfare sono più che raddoppiate.

Come funziona? Innanzitutto, un Comitato Guida vigilia sui criteri e sulla metodologia di ricerca; dopo un assessment iniziale, ci sarà il rating, che esprimerà il livello di welfare aziendale raggiunto dall’impresa basandosi sull’indice Welfare Index PMI. Il risultato, espresso con un valore fino a 100 considera l’indice di iniziativa, di capacità gestionale e di impatto sociale di 10 diverse aree di welfare. A questo punto, il risultato può essere comunicato a tutti gli stakeholder.

Come funziona il welfare in busta paga?

Come funziona il welfare in busta paga? Se c’è bisogno di passare alla teoria, nel Testo Unico Imposte sui Redditi troviamo le disposizioni sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente mentre nelle leggi di stabilità del 2016, 2017 e 2018 si parla della conversione dei premi di risultato in benefit.

Il premio di risultato, una volta siglato l’accordo aziendale, può essere tassato in maniera agevolata in busta paga (con una tassazione del 5%) fino a 3.000€ l’anno e a patto che il reddito dell’anno precedente non sia superiore a 80.000€. Le aziende, invece, possono dedurre l’importo ai fini IRES. I dipendenti possono scegliere di convertire il premio di risultato in welfare: in questo modo la somma non è soggetta a tasse o contributi e potrà essere usata per diverse forme di benefit. 

Anche il Welfare Puro è privo di tassazione: dopo la stipula del regolamento aziendale interno, il datore di lavoro può mettere a disposizione, oltre alla retribuzione dei benefit per il dipendente, senza limiti sul reddito e il cui valore è escluso dal calcolo del reddito ai fini ISEE.

welfare aziendale

Quando il welfare è obbligatorio?

Quando il welfare è obbligatorio? Di norma benefit e welfare non sono obbligatori per l’azienda, ma ci sono casi in cui è il CCNL di riferimento o il regolamento aziendale a imporlo. 

Parliamo di metalmeccanici, orafi, gioiellieri e argentieri, telecomunicazioni, personale delle case di cura e addetti ai servizi assistenziali.

Quali benefit tangibili si possono offrire ai dipendenti di un’azienda?

Una ricerca condotta dalla società internazionale di consulenza manageriale McKinsey aveva evidenziato già nel 2013 come un piano welfare porti a una diminuzione delle assenze del dipendente del 15% all’anno. Una maggiore soddisfazione dei dipendenti, porta di conseguenza a un minore turnover, in quanto i dipendenti sono più gratificati.

Per una gestione del personale di questo tipo si possono offrire diversi tipi di benefit tangibili. Tra i benefit che contribuiscono a dare sostegno al reddito ci sono i buoni pasto, i buoni benzina e i buoni acquisto: voucher dal valore predefinito da utilizzare all’interno di un apposito circuito di esercizi convenzionati. Poi, un altro esempio tangibile di benefit aziendale è l’assistenza sanitaria integrativa: un sostegno supplementare al Servizio Sanitario Nazionale.

Tuttavia, è possibile offrire ai dipendenti beni e servizi differenti: corsi di yoga o legati al benessere psicofisico, car sharing per incentivare anche la mobilità sostenibile  e auto aziendali ad uso misto. 

5 pratiche virtuose da cui prendere ispirazione per il Welfare Aziendale

Ci sono alcune aziende che si sono sempre dimostrate virtuose nella gestione del loro welfare. Ad esempio, il progetto welfare di Eni include il supporto della gestione dei bambini durante le ore lavorative, convenzioni bancarie e assicurative e un programma wellness dedicato alla salute. Anche Ferrero, con il suo piano welfare, vuole aiutare i suoi dipendenti nell’equilibrio tra vita privata e lavoro con un servizio di concierge e piccole riparazioni, oltre a borse di studio ed eventi per le famiglie; sulla base delle necessità dei singoli, poi, offre rimborsi per spese di salute di diverso tipo e per le spese di cura.

Bitpanda, azienda nel settore fintech, prevede 20 settimane di congedo parentale per i neogenitori e la possibilità di ferie illimitate e retribuite. Anche la società di consulenza Carter & Benson crede molto nella flessibilità: i dipendenti possono scegliere se lavorare in ufficio o da remoto e le settimane lavorative durano 4 giorni invece che 5. 

Infine, Luxottica offre come parte del suo welfare borse di studio e rimborso dei libri di testo, e voucher da spendere in base ad accordi con produttori locali. L’azienda leader nella produzione di occhiali investe molto anche in attività ricreative per lo svago dei suoi dipendenti: è rimasto celebre l’esempio della festa di Natale aziendale con ospiti i Maneskin!

Conclusione

In definitiva, la scelta tra internalizzazione ed esternalizzazione della comunicazione aziendale è cruciale per il successo e lo sviluppo dell’impresa. Entrambi i metodi presentano vantaggi e sfide uniche, e la decisione migliore dipende dalle specifiche esigenze e dalla fase di crescita dell’azienda.

L’esternalizzazione offre l’accesso a expertise specializzate, diversità di prospettive e flessibilità, mentre l’internalizzazione garantisce maggiore controllo e integrazione con le operazioni aziendali. È fondamentale considerare attentamente questi fattori e valutare quale approccio sia più adatto al contesto e agli obiettivi dell’impresa.

Indipendentemente dalla scelta, è essenziale mantenere un’attenzione costante all’innovazione e all’adattamento alle mutevoli esigenze del mercato. Se desideri ulteriori informazioni o supporto nella definizione della tua strategia di comunicazione, siamo qui per aiutarti. Contattaci oggi stesso per iniziare il tuo viaggio verso il successo nella comunicazione aziendale, compila il form nella sezione contatti del nostro sito.

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